Quel giorno d'aprile



Quel giorno d'aprile 
Francesco Guccini - L'ultima Thule - 2012

Il cannone è una sagoma nera contro il cielo cobalto
ed il gallo passeggia impettito dentro il nostro cortile
se la guerra è finita perché ti si annebbia di pianto
questo giorno d’aprile.

Ma il paese è in festa e saluta i soldati tornati
mentre mandrie di nuvole pigre dormono sul campanile
ed ognuno ritorna alla vita come i fiori dei prati
come il vento di aprile.

E la Russia è una favola bianca che conosci a memoria
e che sogni ogni notte stringendo la sua lettera breve
le cicogne sospese nell’aria il suo viso bagnato di neve.
E l’Italia cantando ormai libera allaga le strade
sventolando nel cielo bandiere impazzite di luce
e tua madre prendendoti in braccio piangendo sorride
mentre attorno qualcuno una storia o una vita ricuce
e chissà se hai addosso un cappotto o se dormi in un caldo fienile
sotto il glicine tuo padre lo aspetti
con il sole d’aprile.

È domenica e in bici con lui hai più anni e respiri l’odore
delle sue sigarette e del fiume che morde il pontile
si dipinge d’azzurro o di fumo ogni vago timore
in un giorno di aprile
Ma nei suoi sogni continua la guerra e lui scivola ancora
sull’immensa pianura e rivela in quell’attimo breve
le cicogne sospese nell’aria, i compagni coperti di neve
E l’Italia è una donna che balla sui tetti di Roma
nell’amara dolcezza dei film dove canta la vita
ed un papa si affaccia e accarezza i bambini e la luna
mentre l’anima dorme davanti a una scatola vuota.

Suona ancora per tutti campana e non stai su nessun campanile
perché dentro di noi troppo in fretta ci allontana
quel giorno di aprile.

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