Lettera dalla Palestina

"Tempo fa lessi una lettera scritta da un soldato israeliano alla propria madre. Scriveva dalla prigione in cui era stato messo in quanto Shministim cioè obiettore di coscienza. Nella lettera il ragazzo cercava di spiegare alla madre i motivi del suo rifiuto a combattere. Mi piaceva raccontare questa storia."



Lettera dalla Palestina
Massimiliano D'Ambrosio - Novembre - 2012

Questo albero che non da frutti
di un colore vermiglio spento
dove ringhia feroce il vento
e che toglie il respiro a tutti.

Questi rami di umiliata pena
io li ho visti, madre, nelle case
dove entro e porto un temporale
che gli occhi dei bambini per sempre farà urlare

Ed io entro butto a terra tutto
strillo forte non mi sembro neanche io
questi specchi che distruggo
nel silenzio rumoroso di Dio.

Queste lacrime di argilla e fango
questa polvere che elimina i colori
queste donne barcollanti e in terra
me le porto, madre, nei polmoni.

Che se è vero che delle mie mani
resterà soltanto un suono
che sia il canto della luna in lontananza
e non il lampo, non la fiamma, non il tuono.

Chiudo gli occhi e non sento più niente
rassomiglia il mio rifiuto ad un addio
ed invece, madre, più semplicemente
questo non è il mestiere mio.

Questo albero che non da frutti
di un colore vermiglio spento
dove ringhia feroce il vento
e che toglie il respiro a tutti.

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