Santi tutti



All Saints Day, 1911 by Wassily Kandinsky
Dalle mie parti, quando i piccoli starnutivano, gli anziani avevano l'abitudine, piuttosto che augurare "Salute!", di esclamare "Cresci santo!", facevano una piccola pausa e concludevano "che diavolo già ci sei!".

Esprimevano il primato della salute spirituale su quella fisica: della mente e del cuore sani sul corpo sano.

Detta con parole mie: "Cerca di crescere santo, che a crescere stronzo non ci vuole proprio niente".

Per aiutare ad immunizzare i cuccioli dalla stronzaggine, a quasi tutti noi è stato imposto il nome di un santo che ci doveva mettere la buona parola e la mano sulla spalla. A me scelsero il nome di quello che nel momento del bisogno disse che non aveva mai conosciuto il suo migliore amico (esempio che anche se diventi stronzo, poi puoi sempre cercare di recuperare), uno un po' capacchione ma con un cuore grande così anche quando prendeva le cantonate, nome mitigato dall'aggiunta di quell'angelo, che qualche buona notizia ogni tanto, sui tetti, la dovrebbe dare.

Le vite dei santi, quando non puzzano di agiografico e di mercato di santini e immaginette, mi hanno sempre affascinato e spiego perché. Persone insoddisfatte, spesso "on the road", alla ricerca di un senso della vita, in contrasto con il mondo a loro contemporaneo al punto da essere considerati matti da legare, gente che ha sofferto, che si è rimboccata le maniche, che non si è montata la testa, sempre perseguitati non dai nemici diavolacci e miscredenti ma soprattutto dal "fuoco amico" dei benpensanti di chiesa, che poi li riabiliteranno postumamente appropriandosi delle loro qualità, opportunamente annacquate e neutralizzate negli aspetti più radicali. Insomma, gente sfigata ma combattiva, come me e te, esempi non irraggiungibili di stili di vita originali e non massificati.

A parte Agostino da Ippona (sei un mì-tòoo!) che aveva una compagna che gli incasinò abbastanza la vita, balza agli occhi che i santi degli altari e dei calendari sono accomunati dall'essersi guardati bene dall'impelagarsi in questioni sentimentali. In questo senso mi vien da riflettere che forse più si è vergine e meno si è martire, poi mi accorgo che è un gioco di parole che fa schifo, ma ormai l'ho scritto e, come disse Ponzio Pilato, quello che ho scritto ho scritto.

Ma se i santi dell'ultima puntata sono una moltitudine infinita (centoquarantaquattromila vuol dire tre numero perfetto moltiplicato quattro che sono i punti cardinali elevato al quadrato e poi moltiplicato mille, che in soldoni significa un casino di gente), insieme ad un angelo negro, voglio sperare che ci sia posto anche per me e per te, saremo carini vestiti con la tunica dei cori gospel a cantare i negro spiritual come questo qui:
Dos angeles by Jaime Olaya
All God'd chillun got wings

I got a robe, you got a robe
All o' God's chillun got a robe
When I get to heab'n I'm goin' to put on my robe
I'm goin' to shout all ovah God's Heab'n
Heab'n, Heab'n
Ev'rybody talkin' 'bout heab'n ain't goin' dere
Heab'n, Heab'n
I'm goin' to shout all ovah God's Heab'n

I got-a wings, you got-a wings
All o' God's chillun got-a wings
When I get to heab'n I'm goin' to put on my wings
I'm goin' to fly all ovah God's Heab'n
Heab'n, Heab'n
Ev'rybody talkin' 'bout heab'n ain't goin' dere
Heab'n, Heab'n
I'm goin' to fly all ovah God's Heab'n

I got a harp, you got a harp
All o' God's chillun got a harp
When I get to heab'n I'm goin' to take up my harp
I'm goin' to play all ovah God's Heab'n
Heab'n , Heab'n
Ev'rybody talkin' 'bout heab'n ain't goin' dere
Heab'n, Heab'n
I'm goin' to play all ovah God's Heab'n

I got shoes, you got shoes
All o' God's chillun got shoes
When I get to heab'n I'm goin' to put on my shoes
I'm goin' to walk all ovah God's Heab'n
Heab'n , Heab'n
Ev'rybody talkin' 'bout heab'n ain't goin' dere
Heab'n, Heab'n
I'm goin' to walk all ovah God's Heab'n
Tutti i figli di Dio hanno le ali

Io ho una veste tu hai una veste, tutti i figli di Dio hanno una veste, quando arriverò in cielo mi metterò la mia veste, me ne andrò gridando per tutto il cielo di Dio, cielo, cielo, non tutti quelli che parlano del cielo vi andranno; cielo, cielo, me ne andrò gridando per tutto il cielo di Dio.

Io ho le ali, tu hai le ali, tutti i figli di Dio hanno le ali, quando arriverò in cielo mi metterò le mie ali, me ne andrò volando per tutto il cielo di Dio. Cielo, cielo, non tutti quelli che parlano del cielo vi andranno; cielo, cielo, me ne andrò volando per tutto il cielo di Dio.

Io ho un'arpa, tu hai un'arpa, tutti i figli di Dio hanno un'arpa, quando arriverò in cielo stringerò a me la mia arpa, me ne andrò suonando per tutto il cielo di Dio, cielo, cielo, non tutti quelli che parlano del cielo vi andranno; cielo, cielo, me ne andrò suonando per tutto il cielo di Dio.

Io ho le scarpe, tu hai le scarpe, tutti i figli di Dio hanno le scarpe. Quando arriverò in cielo mi metterò le mie scarpe, me ne andrò passeggiando per tutto il cielo di Dio, cielo, cielo, non tutti quelli che parlano del cielo vi andranno; cielo, cielo, me ne andrò passeggiando per tutto il cielo di Dio.


Nell'interpretazione di Paul Robeson

Commenti

Anonimo ha detto…
Ciao!
Grazie del commento! ricambio gli auguri in questa giornata che è la festa di tutti. Di tutti i santi. E tutti siamo chiamati ad essere santi,come lo scapestrato Agostino.
AnnaV
Anonimo ha detto…
grazie del passaggio da me ...trovo molto interessante questo tuo post e concordo con quanto da te espresso!
un abbraccio
il Capocomitiva ha detto…
Condivido appieno le tue considerazioni sulla Festa di oggi. Come ho già fatto anche sul mio blog (www.ilcapocomitiva.blogspot.com) ti ringrazio degli auguri e li rigiro a tutti quanti.
Il mondo del materialismo, ahimè, sta mangiando le nostre tradizioni, la nostra religione e cultura. Di questo passo anche il Natale presto diventerà esclusivamente un evento, anzi un'occasione, per guadagnare soldi alla faccia di quello che realmente rappresenta!

Salutoni a tutti e di nuovo auguroni!
Sergio, il Capocomitiva di Bari.

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